UN VOLO DI UCCELLI DOPO L’ATOMICA Daphne du Maurier (1907-1989)
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- Опубликовано: 13 апр 2025
- Sesta lezione della X Edizione del corso di Pedagogia della Lettura a cura del Prof. Antonio Faeti, “Occhi nel buio. L’Immaginario del Sospetto nell’antropologia della Paura” (29 novembre 2016).
Può annunciare (a sorpresa, un bel mattino…) l’uscita dell’Inghilterra dalla Comunità Europea (nel 1970!), oppure può prefigurare la catastrofe atomica con un attacco in massa di uccelli a una piccola comunità degli Stati Uniti: per Daphne la Paura è sempre lì, vicina, astuta, mutevole, anche bizzarra. Ci ha detto molto spesso che il suo albero genealogico conteneva i Vandeani e gli Chouans, ovvero gli irriducibili guerrieri cattolici che combattevano i Blù ovvero i gendarmi giacobini mandati da Parigi. Ma non c’ha detto che vide due guerre mondiali con uno sguardo acuto come pochi altri. E, forse, tra castelli, burrasche, boschi, taverne, navi, grotte aveva collocato quello strazio infinito che la addolorò bambina e spense in lei la gioia per la conquista, con Rebecca filmata dal sommo Alfred, di uno spazio nel sogno che non era di nessuno. Relegata, dallo snobismo di critici che non la leggevano, Daphne ha fornito eleganti profezie, non solo con gli “Uccelli”. Il disagio di oggi, le paure di oggi, il malessere di oggi sono già nell’ombra di una defunta prima moglie che incombe su Manderlay come se fosse la più forte metafora di ben altre paure. Infatti il passato ritorna, i nascondigli si aprono, le genealogie parlano, le taverne sono più esplicite dei musei. La paura, ammonisce Daphne, non si evita scappando nella Costa Azzurra, obliando, nascondendo, cancellando. Solo una colta convivenza letteraria ce la rende, forse, tollerabile. Con ammirazione mai spenta aveva letto da ragazzina “Le Horla” di Maupassant, ne ebbe paura, ma non usò censure o patteggiamenti. Lei non visse certo un secolo breve: i suoi personaggi “contengono” la Paura così come fa il calice di Vandea e leggere Daphne vuol dire prender coscienza.
BIBLIOGRAFIA E ALTRI RIFERIMENTI
DAPHNE DU MAURIER:
“La prima moglie”, Mondadori “Classici di ieri e di oggi per la gioventù” con le illustrazioni di GUIDO BERTELLO, 1971.
“Gli uccelli”, Sellerio, 1997.
“Il calice della Vandea”, 1963.
Una nuova traduzione: “Il calice della Vandea”, Sellerio, 1997.
“I du Maurier”, Mondadori, 1958.
“Il volo del falcone”, Rizzoli, Milano, 1967.
SIR ARTHUR QUILLERCOUCH e DAPHNE DU MAURIER, “La rosa e l’ancora”, Rizzoli, 1971.
ALFRED HITCHCOCK:
“Rebecca”, 1940.
“Gli uccelli”, 1963.
“La taverna della Giamaica”, 1939.
FRANÇOIS TRUFFAUT, “Il cinema secondo Hitchcock”, Pratiche editrice, Parma, 1985.
JOHN GALSWORTHY, “Indian Summer of a Forsyte” (Estate di Sam Martino di un Forsyte) in “La saga Forsyte”, Mondadori ‘Omnibus’, 1939.
SALLY BEAUMAN, “Il segreto di Rebecca”, Sperling & Kupfer, 2002.
MICHEL RAGON, “I fazzoletti rossi. I contadini della Vandea contro la Rivoluzione francese”, SugarCo.
PAUL BOIS, “Contadini dell’ovest. Le radici sociali della mentalità controrivoluzionaria”, Rosenberg&Sellier, 1971.
JEAN-CLEMENT MARTIN, “I bianchi e i blu. Realtà e mito della Vandea nella Francia rivoluzionaria, SEI, 1989.
HONORÉ DE BALZAC, “Gli Sciuani”, Corbaccio, 1929.
GAIA SERVADIO, “Daphne du Maurier? Vive in Cornovaglia tra sogni e misteri”, La Stampa, 9 luglio 1988.
GEORGE LUOIS PALMELLA BUSSON DU MAURIER, “Trilby”, Editoriale romana, Roma, 1944.
“Je Bouquine” n. 132, Fevrier 1995, contiene la versione a fumetti di “Rebecca” di LEIGH SAUERWEIN e PIERRE WININGER.